ROMA, 28.02.20 – Greenpeace accoglie con favore la notizia arrivata ieri da Napoli dove, durante il vertice tra Italia e Francia, il governo ha annunciato l’impegno di arrivare a un “30% di aree protette marine e terrestri entro il 2030”. Un impegno adottato dai due Paesi in un momento particolarmente importante. Nel 2020 dovranno essere prese a livello globale decisioni ambiziose per poter garantire al Pianeta un futuro.
L’annuncio è arrivato mentre a Roma, presso la FAO, delegazioni di oltre 190 Paesi stanno discutendo gli impegni da adottare durante la prossima riunione della Convenzione della Biodiversità, che si terrà a ottobre in Cina, per la tutela della biodiversità del Pianeta, compresa quella marina.
L’IMPEGNO DELL’ITALIA
«L’impegno dell’Italia di avere almeno il 30 per cento di aree protette in mare entro il 2030 arriva in un momento cruciale per la sopravvivenza dei mari, stremati da attività umane distruttive come le trivellazioni, l’inquinamento da plastica e la pesca eccessiva, e adesso sempre più minacciati dal cambiamento climatico» dichiara Giorgia Monti responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia. «È importante adesso sostenere questo impegno in sede internazionale e lavorare per sviluppare meccanismi efficaci per metterlo in pratica e proteggere davvero le aree più sensibili».
Un rapporto pubblicato dall’ONU lo scorso maggio parla, infatti, di un milione di specie a rischio estinzione a causa dall’impatto umano, più che in ogni altro periodo della nostra storia. Tra queste, circa il 40 per cento riguarda specie di anfibi e un terzo dei mammiferi marini. A settembre, un rapporto dell’IPCC, ha lanciato un nuovo grave allarme su come i cambiamenti climatici stiano compromettendo seriamente i nostri oceani, accentuando l’impatto delle altre attività umane.
LE SOLUZIONI ESISTONO
Per Greenpeace però le soluzioni esistono. E’ necessario da un lato tagliare le emissioni dei gas serra e dall’altro proteggere, come dichiarato oggi dall’Italia, almeno un terzo dei nostri mari entro il 2030 con una rete di aree protette. Un obiettivo che gli scienziati definiscono “cruciale” per proteggere l’ecosistema marino e contribuire a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
«Il 2020 è un anno decisivo per i nostri oceani. A livello internazionale possono infatti esser prese decisioni destinate a influenzare il loro futuro per sempre», continua Monti. «Davanti alle drammatiche evidenze degli ultimi anni, gli impegni devono essere trasformati in azioni concrete. I governi di tutto il mondo devono rimboccarsi le maniche per fare quello che chiediamo da anni: istituire una rete di aree che siano veramente protette. Confidiamo che l’Italia, dopo questa dichiarazione, lavori in maniera attiva in tale direzione a livello internazionale, comunitario e nazionale. C’è bisogno di un’azione coordinata e globale per salvare gli oceani del Pianeta» conclude Monti.
A fine marzo si terranno i negoziati finali per definire un accordo ONU per la tutela degli oceani. È fondamentale che tale trattato preveda la possibilità non solo di istituire aree protette ma anche quella di sviluppare concrete misure per proteggerle. I mari del Pianeta non hanno bisogno di altri parchi “carta”, come il Santuario Pelagos, ma di aree dove a tartarughe, delfini e tutti i suoi abitanti sia garantito di poter sopravvivere. Oltre 2 milioni e 5 mila persone in tutto il mondo si sono unite alla campagna “Proteggi gli Oceani” di Greenpeace. Milioni di voci per la tutela del mare che l’organizzazione ambientalista porterà ai governi che si riuniranno a New York.
CONTATTI:
Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia, 345.5547228