Cino Ricci, icona della vela italiana, storico skipper di Azzurra con cui per primo portò l’Italia in Coppa America, affronta la quarantena al sicuro nella sua casa di Ravenna, dove trascorre le sue giornate tra letture appassionate, ricerche sul web e attività fisica rigorosamente al chiuso.
“Faccio come Garibaldi: obbedisco! L’ho dovuto fare, non è così?” dichiara al sito specializzato Saily.it. “Io vengo dalle barche da lavoro, le barche da pesca. I chioggiotti, quelli che sono sempre andati in mare con qualsiasi tempo, quando arrivava la sburianata, chiudevano tutti i boccaporti, si mettevano dentro, e accendevano il lumino, che era una candela, davanti alle immagini dei santi protettori delle loro città che tenevano sottocoperta. E aspettavano!” Quello che in gergo si chiama mettersi alla cappa.
E mentre si aspetta che tutto passi, anche lo skipper romagnolo si deve scontrare con la realtà dei fatti e con l’ipotesi che la quarantena duri più a lungo del previsto. “Io dico che non finisce presto. Lo hanno detto gli scienziati dichiarando che questa non era più una semplice epidemia ma era diventata una pandemia: storicamente le pandemie sono lunghe da passare. L’ultima che ricordo è stata la Spagnola, che tra il 1918 e il 1920 è andata avanti un bel po’ e ha ammazzato un sacco di gente”
Ma questo stop forzato potrebbe avere anche dei rivolti positivi, a patto che lo si viva con lo spirito giusto. “Finalmente si possono leggere i libri! Ce ne sono un sacco di libri di mare e di vela. E poi in casa oggi c’è un meccanismo favoloso che è Internet, dentro c’è Google al quale si può chiedere qualsiasi cosa e si possono vedere tutte le regate che si sono fatte, le più grandi e famose, le imprese di mare.”
E poi ci si può appassionare a qualcosa di nuovo, di diverso, come è successo a Cino, che da poco si è riscoperto innamorato della montagna e delle storie degli scalatori. Perché anche se a prima vista può non sembrare così, in realtà vela e alpinismo hanno moltissimi tratti in comune, primo tra tutti le condizioni estreme e le situazioni di disagio che spesso ci si ritrova ad affrontare.
Infine qualche consiglio per superare questo periodo senza perdere la forma fisica. “Mettete un tappeto per terra, e fate della ginnastica con le movenze che fareste in barca, gli addominali, le gambe, le braccia. Come faceva Paul Elvstrom, che passava l’inverno senza poter uscire col mare ghiacciato, a rinforzarsi il fisico per essere più forte degli altri nella stagione delle regate. Io stesso, in cantina fissavo una corda di canapa e allenavo le mani da velista: sfregandole sulla cima e provando a issarmi, finchè non venivano i calli e alla fine avevi le mani pronte per la primavera in mare. Oggi ci sono attrezzi ben più specifici, oltre a bicicletta, vogatore. Il lavoro fa passare il tempo. Per il resto ci vuole un’altra dote: la pazienza.”
Già, la pazienza, dote che in un mondo così frenetico sembriamo aver ormai irrimediabilmente dimenticato, ma che invece è una qualità fondamentale, tanto nella vita quanto nella vela, proprio come spiega Cino Ricci “Se sei in mare e non c’è vento, sai che devi aspettare, tanto verrà. La pazienza la professi e fa avverare le cose. Oggi è tutto così burrascoso e veloce, che molti non riescono ad apprezzare quello che il mare e la vela ti insegna.”
Intervista integrale a Cino Ricci pubblicata su Saily.it