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Vinile “Green”, la nuova frontiera della musica

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Anche la musica diventa ecosostenibile con i nuovi 33 e 45 giri completamente “green”.

Un collettivo di otto aziende olandesi, il Green Vinyl Records, sta sviluppando un sistema di produzione sostenibile ed alternativo per gli LP. Sembra infatti che i cari vecchi amati vinili, tornati in voga di recente, siano tra gli oggetti più inquinanti al mondo.

 

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Il progetto

L’idea del Green Vinyl Records è quella di sostituire la plastica (PVC) degli LP con materiali ecologici, ridurre l’impatto energetico del 60%, e avviare un processo di produzione che generi meno scarti. Il nuovo sistema utilizzerà una tecnica di stampaggio a iniezione invece di quella tradizionale a pressatura, riuscendo così ad eliminare anche l’impiego di getti di vapore.

Tutto questo permetterà un risparmio energetico di oltre il 70% e un minor impatto ambientale. Ne gioveranno i tempi di produzione, che saranno decisamente più rapidi.

 

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Il mercato del vinile

Negli ultimi anni il vinile è decisamente tornato di moda conquistando una grossa fetta di mercato. Nel primo semestre del 2019, in America, le entrate derivanti dalle vendite degli LP sono aumentate del 13% rispetto all’anno precedente. Secondo il report della FIMI (Federazione Industria Musicale italiana) i 33 e 45 giri rappresentano oggi quasi il 10% del mercato, con una crescita annuale del 44%.

Ma tutto questo a che prezzo in termini di impatto ambientale?

 

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L’impatto del vinile sull’ambiente

Come evidenziato nel libro-inchiesta di Kyle Devine “Decomposed”, uno dei grandi problemi dei vinili riguarda le modalità di produzione: macchinari e materiali sono rimasti gli stessi, senza alcuna modifica rispetto al passato. I 33 e 45 giri infatti sono realizzati in PVC (cloruro di polivinile), un polimero plastico ottenuto dal petrolio, considerato cancerogeno, che viene sciolto con l’aggiunta di additivi per dargli la classica forma a disco.

Una cosa positiva c’è: il PVC può essere riciclato, ma i costi sono altissimi pertanto se ne riesce a recuperare solo una piccolissima parte. Il PVC scartato richiede oltre 100 ani per decomporsi.

 

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L’indagine di Greenpeace

A produrre più della metà del PVC utilizzato nel mondo per i vinili è la Thai Plastic and Chemical Public Company Limited, con sede a Bangkok. Secondo un’indagine realizzata da Greenpeace, l’azienda, un vero e proprio colosso mondiale per quanto riguarda la produzione di plastica, da anni continua a riversare nel fiume Chao Phraya gli scarti tossici.

Situazione analoga anche a Los Angeles, dove la Keysor-Century Corporation, altra azienda leader nella produzione di dischi, è stata più volte sottoposta a indagini e multe per aver esposto i suoi operai ad esalazioni tossiche e per aver inquinato le falde acquifere con materiali di scarto.

 

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LP tradizionali VS vinili Green

Al momento, dal punto di vista acustico, il vinile tradizionale batte la nuova versione ecologica. Ma questo non sembra intimidire né l’olandese Green Vinyl Records, né le nuove aziende che si stanno lanciando nella produzione di dischi sostenibili, come la canadese Viryl Technologies. Anzi, è proprio questa la sfida per il futuro: raggiungere un livello qualitativo tale da convincere gli amanti dei vinili a sostituire del tutto i dischi in PVC con i nuovi LP ecosostenibili.

 

 

 

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