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Eric Tabarly e l’amore per il Pen Duick

Eric Tabarly

Ci sono barche che hanno fatto la storia della vela. Una di queste è il Pen Duick I, cutter a vela aurica di Eric Tabarly, uno dei più grandi marinai di tutti i tempi. Progettata nel 1898 da William Fife, è considerata una delle barche più famose della storia della vela transalpina. Basti pensare che nel 2016 è stata ufficialmente denominata Monumento Storico.

La storia di un amore

L’incontro tra Eric Tabarly e il Pen Duick I avvenne nel 1938, durante una gita a Basse-Indre, dove era in vendita l’imbarcazione. Vecchia di 40 anni, la barca aveva già avuto 11 proprietari per gli elevati costi di manutenzione ed era poi finita abbandonata. I Tabarly se ne innamorarono e la comprarono, rinominandola Pen Duick. Erano gli anni dell’occupazione tedesca, la famiglia venne sfollata e la barca disarmata e trasferita sul fiume Odet. Finita la guerra, i Tabarly tornarono a casa, privi delle risorse necessarie per ristrutturare il Pen Duick, divenuto ormai un rottame. La barca venne quindi messa in vendita, ma senza successo. Nel 1952 Eric si arruolò nell’Aviazione Navale e convinse il padre a regalargli il Pen Duick, con la promessa di farsi carico delle spese, grazie alla nuova paga di militare.

 

Pen Duick

 

Progetti e successi

Eric Tabarly, tredicesimo proprietario, si apprestò a ristrutturare il suo amatissimo Pen Duick, rispristinandolo interamente. Lo fasciò in vetroresina, e fu una scelta all’avanguardia considerando che la vetroresina avrebbe invaso il mercato delle barche intorno alla metà degli anni ’60. Da quel momento in poi seguirono una lunghissima serie di progetti avveniristici e di incredibili successi. A bordo del suo Pen Duick, Eric vinse numerose regate oceaniche, come la Sydney-Hobart del 1967, e le transatlantiche in solitaria nel 1964, 1969 e 1976.

La grandezza di Eric Tabarly

Eric Tabarly è stato uno dei navigatori più importanti nella storia della vela moderna. Si stima che abbia percorso circa 400.000 miglia solo in regata, che equivalgono a circa 18 volte il giro del mondo. Le sue barche furono un laboratorio di sperimentazione e un banco di prova per materiali, attrezzature e nuove tecnologie, che hanno rivoluzionato la storia della navigazione. La sua grandezza è dovuta in particolare a tre invenzioni: l’uso dell’alluminio nella costruzione delle imbarcazioni, spinnaker provvisti di aperture e i cosiddetti ballast, ossia serbatoi di zavorra d’acqua.

 

Pen Duick

 

La morte in mare

In tutta la sua vita Eric non ha mai abbandonato il Pen Duick, fino alla notte tra il 12 e il 13 giugno 1998. Era diretto in Scozia per partecipare al centenario dei cantieri William Fife. Con un vento a 30 nodi e un mare agitato, Eric, senza alcuna protezione, sale sulla tuga per ammainare la randa e issare una vela più piccola. Durante la manovra però la barca sbanda ed Eric cade in acqua. Al buio e con il mare mosso, tutti i tentativi di recupero sono vani. Eric scompare nel mare d’Irlanda e il suo corpo viene ritrovato giorni dopo da alcuni marinai, a 43 miglia dal punto di caduta. Alla sua memoria è dedicata la Cité de la Voile sul litorale della città di Lorient, un centro polifunzionale dedicato al mare e alla nautica.

 

 

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