Coralli a rischio
Negli ultimi anni espressioni come cambiamento climatico e riscaldamento globale sono purtroppo entrate nel nostro linguaggio comune. Si sente spesso parlare di scioglimento dei ghiacciai e di innalzamento del livello dei mari, oltre a riscaldamento e acidificazione degli oceani. A pagarne le conseguenze, insieme a molte specie animali, sono i coralli.
Oltre ad essere una meraviglia naturale da ammirare, le barriere coralline rappresentano un patrimonio insostituibile per la biodiversità, e la loro scomparsa metterebbe a rischio una molteplicità di specie ittiche, con un impatto sulla vita di altri animali e di milioni di persone.
Tra il 2016 ed il 2017 quasi la metà dei coralli della Grande Barriera australiana sono morti, provocando il noto e triste fenomeno dello sbiancamento della barriera corallina. L’Oceano Indiano, terzo reef al mondo per estensione e con più di 300 tipi di coralli censiti, è danneggiato per circa il 60%.
Coralli resilienti
Ma forse non tutto è perduto per le magnifiche barriere coralline che popolano i nostri mari e la speranza risiede nella resilienza naturale di alcuni coralli, ovvero la loro incredibile capacità di adattarsi e sopravvivere anche ad acque molto acide.
Nasce da qui l’iniziativa di alcuni ricercatori italiani che mirano a salvare le grandi barriere allevando e reimpiantando i coralli resilienti. Si tratta di coral restoration, una tecnica in grado di far crescere i coralli in un vivaio sottomarino, per poi trapiantarli in un’area di reef danneggiata, per ripopolarla.
Le oloturie di One Tree Island
Ad alimentare la crescita dei coralli e a contrastare il processo di acidificazione dell’acqua ci pensano le oloturie, comunemente note come cetrioli marini, grazie al riciclo di sostanze nutritive. Un gruppo di ricercatori ha osservato che l’atollo corallino di One Tree Island, a sud della grande barriera australiana, gode di ottima salute. Le barriere coralline sono perfettamente conservate e popolate proprio da milioni di oloturie, oltre a numerose specie di tartarughe, pesci, stelle marine, e ricci. Ma One Tree Island ha un livello di protezione integrale e le attività umane sono esclusivamente legate alla ricerca. Inoltre, la specie delle oloturie nel mondo è sempre più minacciata dalla richiesta del mercato asiatico.
Salvare i reef
Per fortuna i progetti che attualmente mirano a salvaguardare il preziosissimo habitat delle barriere coralline sono molteplici in tutto il mondo.
Uno di questi è LarvalBot, un drone sottomarino sviluppato da un gruppo di scienziati e ingegneri della Queensland University of Technology. Il drone è in grado di raccogliere le larve, allevate indisturbate in incubatrici flottanti, e di rilasciarle sulle parti più danneggiate della barriera corallina per ripopolarle.
Anche il WWF è intervenuto in supporto dei coralli, sviluppando MERMAID, uno strumento web che permette agli scienziati di caricare e comunicare in tempo reale i dati sullo stato di salute dei reef, così da poter accelerare l’identificazione delle minacce e favorire la nascita di nuove collaborazioni.
Di fronte al rischio di scomparsa di questo prezioso ecosistema, la speranza è che i governi e gli attivisti riconoscano la conservazione delle barriere coralline come un obiettivo prioritario e uniscano le proprie forze per sostenere i progetti di salvaguardia e le tecnologie di rigenerazione.